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Carlo Martello

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Georg Simmel

DiCarlo Martello

Dic 7, 2022

Georg Simmel (Berlino, 1 marzo 1858 – Strasburgo, 26 settembre 1918) è stato un sociologo e filosofo tedesco.

E’ considerato uno dei padri fondatori della sociologia, insieme ad Émile Durkheim e Max Weber. Ha ispirato molti altri autori. Grazie in particolare a Robert Park divenne un autore di riferimento per la Scuola di Chicago; il suo modello di sociologia viene accostato alla psicologia sociale di George Herbert Mead.

Ricerche sociologiche

Simmel per primo si interessa dal punto di vista sociologico dei fenomeni legati ai grandi agglomerati metropolitani. Per Simmel la sociologia studia le forme dell’interazione più di quanto queste incidano effettivamente; in pratica i sociologi non possono spiegare il perché di un’azione, perché l’azione è legata alla spontaneità individuale, ma possono analizzare le forme che l’azione può assumere. Simmel analizza gli effetti sociali della modernizzazione e nella sua opera troviamo riferimento a tre temi fondamentali:

  • la dimensione
  • la divisione del lavoro
  • il denaro-razionalità

Egli studia il passaggio dal piccolo gruppo al grande gruppo (il quale, raggiunta una certa dimensione, deve sviluppare forme e organi), in cui l’individuo diventa sempre più solo, analizzando gruppi di elementi (diade, triade, ecc.). La divisione del lavoro porta alla frammentazione della vita sociale, le cerchie sociali da concentriche diventano tangenziali e incoraggia l’individualismo e l’egoismo. Il denaro è la fonte e l’espressione della razionalità e dell’intellettualismo metropolitano ed è qualcosa di assolutamente impersonale, è un livellatore, riduce qualsiasi valore qualitativo ad una base quantitativa, portando quindi al determinarsi dell’ipertrofia della cultura oggettiva e all’atrofia della cultura soggettiva. La città moderna, la metropoli, porta ad una vita alienata. Nell’individuo metropolitano le sfere della famiglia e del vicinato, tipiche della comunità, perdono il loro peso, per essere sostituite dalla sfera dei mille contatti superficiali. L’individuo metropolitano vive una vita nervosa, perché un susseguirsi frenetico di immagini colpiscono il suo sistema nervoso, causando una diminuzione della capacità di reazione agli stimoli (uomo blasé). L’individuo è quindi costretto a cercare rifugio negli spazi interstiziali dove si sostanzia la ricerca dell'”altrove” e dove è totalmente assente il condizionamento rigido del contesto sociale.

La diffusione del pensiero di Georg Simmel la si deve anche al contributo del sociologo statunitense di origine tedesca e allievo di Karl MannheimKurt Heinrich Wolff accademico alla Brandeis University, Presidente del Comitato di Ricerca per la Sociologia della conoscenza dell’International Sociological Association e Presidente della Società Internazionale per la Sociologia della Conoscenza, che ne tradusse parte dell’opera in inglese.

L’autore distingue tra sociologia generale, formale e filosofica. La sociologia generale ha per oggetto l’intera vita storica per come è determinata dalle relazioni sociali. Quella formale studia le forme della società per come emergono dalle interazioni tra gli individui. La sociologia filosofica riguarda l’epistemologia delle scienze sociali e e la metafisica degli specifici argomenti d’investigazione. Il pensiero di Simmel è sostanzialmente caratterizzato da idee relativistiche, in quanto egli non ritiene che vi siano leggi storiche valide obiettivamente. A questa conclusione perviene con “L’intuizione della vita” del 1918, in cui individua il contenuto storico in “forme” in cui si cristallizza la vita, ovvero il modo in cui si esprime, ma non si esaurisce solo in esse, ma anche nello stesso meccanismo evolutivo che le muta, per cui non si può pervenire all’individualizzazione di un fattore intrinseco, riconoscibile, poiché delle due componenti, forma e meccanismo evolutivo, solo il primo può essere noto.

La filosofia del denaro

Nel 1889, Simmel pubblica un articolo denominato La Psicologia del denaro in un seminario di scienze politiche. Questo sarà il primo di tanti altri articoli che verranno pubblicati tra il 1896 ed il 1899 e che formeranno la base sulla quale verrà pubblicato nel 1900 il libro La filosofia del denaro. Il denaro, per Simmel, rappresentava tutta una visione del mondo basata sullo scambio e sulle mille interrelazioni sociali che questi scambi contribuiscono a creare. Nelle intenzioni dell’autore, l’opera non dovrebbe contenere una singola riga relativa all’economia. Karl Joel, nel recensire il libro, ha suggerito che questo spazia dall’economia alla filosofia e si pone in uno spazio di idee nel quale l’economia cessa di operare.

Nel libro il denaro viene visto come vero simbolo astratto di relazioni astratte di tipo economico. Goldscheid e Conrad Schmidt hanno criticato questa opera per aver ignorato la funzione di capitale, ovvero accumulo, del denaro, per come viene visto in Karl Marx. In difesa dell’autore è stato scritto che, sebbene La filosofia del denaro non sarebbe stata possibile senza Il Capitale, i due libri trattando lo stesso argomento, hanno punti di vista molto diversi. Marx vede l’aspetto economico, Simmel quello sociologico.

Weber afferma che Simmel abbia eseguito una dettagliata analisi della razionalità dei mezzi e dei fini ed abbia trovato nel denaro il primo esempio di un mezzo che diventa un fine.

Alcune delle tematiche principali del libro sono le seguenti:

  • l’idea di valore è puramente psicologica. Il valore, secondo Simmel, è creato a partire dai desideri di oggetti che rimangono insoddisfatti
  • lo scambio è visto come un mezzo pacifico ed equo per superare la distanza tra se stessi e gli oggetti desiderati; e la situazione nella quale un individuo sia in possesso di oggetti non desiderati e ne cerchi altri
  • una tematica che non viene messa in discussione, ma data per scontata, è quella della proprietà. La proprietà è qualcosa che non esiste in natura, il che significa che il furto e la pirateria presuppongano l’aver stabilito dei diritti di proprietà delle cose
  • l’idea di scarsità è collegata all’idea di sacrificio, inteso nel senso religioso del termine
  • riguardo alle specifiche proprietà del denaro, viene affermato che:
    • il denaro non ha bisogno di avere un valore intrinseco
    • il prezzo espresso in denaro non ha bisogno di rappresentare un valore reale ma rappresenta una proporzione tra la quantità di denaro disponibile e la quantità di denaro che può essere chiesta in cambio di un oggetto
    • la disponibilità fisica del denaro diventa sempre meno necessaria per l’aumento della produzione e della ricchezza
    • gli scambi monetari stabiliscono delle relazioni tra le persone, tali relazioni possono anche avere solamente un carattere monetario

(tratto da Wikipedia, L’enciclopedia libera, https://it.wikipedia.org/wiki/Georg_Simmel)