Per quanto, secondo la mia modestissima e certo opinabile idea, questo governo tutto sommato non stia facendo così male, essendo fuori di ogni dubbio che se ci fosse al suo posto un governo di centro sinistra, magari pure con qualche ministro grillino, le cose andrebbero decisamente peggio, ogni tanto dalle norme promulgate da questo governo emergono rigurgiti di statalismo fascio leghista che francamente lasciano sconcertato un liberale come me.
Prima c’è stato il balletto con la commedia delle concessioni balneari, poi la farsa pseudo-protezionista con le norme che stanno distruggendo la filiera della cannabis, vista come se fosse il male assoluto. Adesso arriva l’ennesima stoccata contro il mercato… il provvedimento approvato ieri con la Manovra 2024 del Governo lancia una nuova campagna contro le criptovalute (con l’ascia di guerra già peraltro dissotterrata dal 2023 con un primo provvedimento che aveva portato la tassazione al 26%).
Mentre le crypto crescono come diffusione e mercato, così come in tutto il mondo e anche in Italia cresce sempre più un universo di startup, addirittura gli Stati Uniti pensano a rafforzare la posizione della FED con l’acquisizione di un importante stock di bitcoin, ecco, mentre il mondo va avanti, il nostro illuminato governo fa un passo indietro gigantesco, disincentivando l’uso delle crypto per i cittadini italiani, con una tassazione che raccoglierà pochi spiccioli per il bilancio del paese (28 milioni stimati per il 2025) al prezzo di un danno enorme per tutto l’ecosistema italiano delle criptovalute.
E non stiamo parlando solo di risparmio privato, ma soprattutto di migliaia di startup e imprese innovative che potrebbero trovare opportunità di crescita e che invece con questa sciagurata linea fiscale saranno costrette a emigrare all’estero, in cerca di un ambiente non ostile. Ma soprattutto stiamo parlando del fatto che il nostro paese perderà certamente in termini di di competitività e di attrattività per chi voglia venire a investire dall’estero.
Insomma l’ennesima follia statalista. Nel provvedimento di ieri non è stata aumentata l’aliquota già prevista del 26% (si parlava addirittura di alzarla al 42%) ma è stata tolta la franchigia di 2000 euro, con l’ipotesi di aumentare la gabella al 33% dal 2026. Insomma, l’ennesima mungitura della vacca senza una vera motivazione nè economica nè sociale, se non quella di mettere le tasche nelle mani del ceto medio italiano senza preoccuparsi dei danni per l’economia.
Per capire il valore economico del sistema delle crypto anche per il nostro paese, il video che segue racconta la storia di un italiano illuminato, una eccellenza italiana, Paolo Ardoino, CEO e creatore di Thether (USDT, una stablecoin, una delle crypto più importanti in circolazione).
Per questo sarebbe importante che i liberali italiani cominciassero una battaglia per chiedere di portare la tassazione al livello della Svizzera, del Belgio, del Lussemburgo, cioè a zero, o almeno al livello di prima del 2023 (obbligo di inserimento nella dichiarazione dei redditi per wallet che superino i 51.500 euro per almeno 7 giorni all’anno).
Martinus
© www.carlo-martello.it